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Pedoni vittime della strada: il bilancio del 2020

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Come già anticipato nell’articolo precedente, è il momento di vedere nello specifico quali sono i dati ufficiali riguardo i sinistri stradali in cui sono coinvolti i pedoni.

 

Premettiamo che siamo particolarmente attenti alla questione dei pedoni perché sono in assoluto l’utente più debole e a rischio di lesioni gravi e gravissime quando vengono coinvolti in sinistri. Spesso, da conducenti di veicoli a motore, non pensiamo alla pericolosità delle dinamiche che possono coinvolgere le persone sui marciapiedi, che sono totalmente sguarnite di qualsiasi dispositivo di sicurezza.

 

Il bilancio dei pedoni vittime della strada nel 2020

 

Il 2020 è sicuramente stato un anno particolarmente eccezionale e fuori dall’ordinario per qualsiasi tipo di dinamica lavorativa, sociale e di quotidianità. Un lock-down duro di più di un mese e le restrizioni agli spostamenti quasi continue, hanno influito non poco sull’utilizzo dei veicoli a motore. Di conseguenza sia il numero di vittime che quello dei sinistri è notevolmente minore rispetto agli anni precedenti.

 

ASAPS, come ogni anno, anticipa i dati ufficiali di ACI-Istat e nel suo “Osservatorio pedoni” troviamo un totale di 240 vittime nell’anno appena concluso. Rispetto al 2019 si registra una diminuzione del 55%, dovuta principalmente all’eccezionalità delle conseguenze della pandemia di Covid19.

 

Ciononostante ci sono alcuni dati su cui poter fare delle riflessioni utili. E la prima è palese: meno veicoli sono in circolazione, meno incidenti si fanno. I mesi del 2020 con più pedoni deceduti sulle strade infatti sono stati gennaio, con 46 casi, e settembre, con 30, quando il lock-down era già allentato.

 

Un altro dato su cui fa riflettere ASAPS è l’età dei deceduti:

  • 9 avevano meno di 18 anni
  • 115 avevano un’ età tra i 18 e i 64 anni
  • 68 tra i 65 e gli 80 anni
  • 47 oltre gli 80 anni.

 

Tante quindi le vittime oltre i 65 anni, che avrebbero bisogno di più assistenza. I riflessi più lenti, la mobilità ridotta e la percezione differente dei pericoli della strada, li rendono le persone più esposte a potenziali sinistri.

 

Le cause e le dinamiche degli incidenti possono essere varie ma:

  • in 16 casi l’investitore era ubriaco
  • in 7 il conducente era sotto l’effetto di stupefacenti
  • in 33 casi l’investitore è fuggito.

 

Nel 20% dei casi in cui il conducente non ha visto il pedone, o era distratto, stava utilizzando il cellulare mentre guidava.

 

Per un anno quindi le vittime a piedi sono un numero decisamente inferiore rispetto agli anni precedenti, anche se di certo non per il miglioramento delle condizioni di sicurezza sulla strada.

 

Quali potrebbero essere quindi gli aspetti da migliorare per far sì che i numeri possano rimanere così bassi anche in situazioni di circolazione stradale normale?

 

Conviene puntare sulla sensibilizzazione delle persone? Quando mai infatti si studia il codice della strada dopo la patente? O si analizzano le dinamiche dei sinistri in maniera da poterli prevedere?

 

O è meglio puntare sulle infrastrutture che prevengano gli incidenti e aumentino la sicurezza sulle strade? Giordano Biserni, presidente di ASAPS, fa l’esempio del “pedovelox”, un sistema di telecamere che sanzioni in automatico il mancato rispetto della precedenza agli attraversamenti pedonali.

 

Ricordiamo infine che anche i pedoni devono seguire delle regole ben precise quando si muovono sulle strade e in generale negli spazi pubblici: gli articoli del CDS riguardanti i pedoni.