• La strada non è una pista

Pedoni: le differenze enormi tra Europa e USA

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Prima di fare il punto della situazione riguardante la sicurezza dei pedoni nel nostro paese, è interessante andare a vedere quali spunti di riflessione possiamo prendere da altri paesi europei e dagli USA.

 

pedone

 

Europa: tra nuove soluzioni per la sicurezza e nodi da risolvere

 

I paesi dell’Europa del nord si confermano all’avanguardia per quanto riguarda la mobilità sostenibile e la sicurezza sulle strade. La capitale finlandese Helsinki, infatti, ha registrato zero incidenti mortali con pedoni nel 2019.

 

L’incredibile risultato è stato raggiunto mettendo assieme diversi fattori: il miglioramento dell’ambiente stradale, l’aumento del controllo del traffico e, soprattutto, l’abbassamento dei limiti di velocità. Al giorno d’oggi, infatti, i limiti ad Helsinki sono:

  • 30km/h per le zone residenziali
  • 40km/h per il centro città
  • 50km/h fuori dai centri abitati.

Secondo gli esperti che lavorano alle soluzioni per migliorare la sicurezza sulle strade, la formula vincente è disincentivare l’uso dell’auto rendendo i pedaggi più costosi, i limiti di velocità più bassi, le strade più strette per dare spazio ai pedoni.

 

A Bruxelles sono in fase di sperimentazione le Shared Zones, letteralmente “zone condivise”: non ci sono di fatto marciapiedi o carreggiate a dividere gli spazi tra i vari utenti della strada. Il limite di velocità è di 10km/h e i pedoni hanno sempre la precedenza. Una sorta di grande via pedonale in cui la circolazione dei veicoli è ammessa, ma molto limitata.

 

In Gran Bretagna è stata completata la scorsa estate una rotonda dove viene data importanza primariamente a pedoni e ciclisti. L’autista di un veicolo si troverà davanti quindi corsie più strette per immettersi in rotonda, segnaletica orizzontale e verticale e percorsi colorati per evidenziare il transito delle bici.

 

Dalla Germania invece abbiamo degli interessanti dati, raccolti dall’Automobil Club Tedesco, sulla percezione del pericolo in strada dei vari utenti. In particolare è interessante vedere come per il ciclista il pericolo maggiore siano i veicoli a motore, mentre per i pedoni lo siano le bici. Nello specifico, i ciclisti sui marciapiedi sono la causa di preoccupazione maggiore, per il 67% degli intervistati.

 

suv pedone

 

USA

 

Dagli Stati Uniti possiamo apprendere, da un lato, come la mortalità dei pedoni sia ancora altissima: 80% in più, rispetto all’Europa, di morti tra pedoni e ciclisti. Una ricerca statunitense mette in relazione USA, Danimarca, Germania, Olanda e Gran Bretagna per capire perché la mortalità sia così alta. I risultati non lasciano dubbi: meno tutele per ciclisti e pedoni, leggi sulla circolazione a misura esclusiva degli autoveicoli, limiti di velocità più elevati, incentivi sull’uso dell’auto, alto tasso di distrazione alla guida e guida in stato di ebbrezza.

 

Dall’altro lato proprio negli Stati Uniti un’altra ricerca ha invece dimostrato come una soluzione apparentemente molto semplice, come creare degli spartitraffico agli incroci, possa ridurre del 70% il rischio di investimento dei pedoni. Questo perché lo spazio di manovra delle auto viene ridotto, i veicoli sono costretti a rallentare e a prendere una traiettoria più larga.

 

Sempre lo stesso istituto di ricerca, l’IIHS, segnala come i SUV, che spopolano negli USA, siano i mezzi più pericolosi per i pedoni.

 

Nel prossimo articolo vedremo invece qual è la situazione in Italia, in particolare quali sono i numeri che riguardano i sinistri mortali che coinvolgono i pedoni nell’anno appena concluso.

Nel frattempo, ti lasciamo con altre letture sul nostro blog per approfondire la conoscenza della figura del pedone, l’utente debole della strada.