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Monopattini elettrici: ancora tanti dubbi sulla sicurezza

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É ormai passato un anno da quando è stato dato il via libera sperimentale alla circolazione dei monopattini elettrici sulle nostre strade e, purtroppo, continua ad esserci ancora confusione sul tema della sicurezza del mezzo. Sul nostro blog avevamo già affrontato a luglio 2020 le prime discussioni sul tema della sicurezza della micromobilità e la relativa regolamentazione.

 

Nel 2020 i monopattini elettrici, dopo poco più di 6 mesi di sperimentazione, sono stati ufficialmente omologati al pari dei velocipedi, regolamentati all’art. 50 del Cds. Tutti gli utilizzatori di tali mezzi devono quindi rispettare tutte le norme e gli obblighi già in uso per le bici e, di conseguenza, non sono soggetti all’obbligo di copertura assicurativa né all’immatricolazione.

 

Dall’estate in poi, complici il Bonus mobilità, la praticità del mezzo e la moda, i monopattini si sono diffusi molto rapidamente sul territorio nazionale, creando più di qualche grattacapo.

 

A Firenze, è storia recente, il sindaco ha imposto l’obbligo del casco per tutti gli utilizzatori dei monopattini, mentre per legge lo è solo per i minori di 18 anni. E le conseguenze non sono tardate ad arrivare: il 5 febbraio 2021 sono state emesse le prime multe per mancanza di casco alla guida del monopattino elettrico. L’ordinanza comunale è stata però bocciata dal TAR, invocato dalle aziende di sharing che denunciavano il fatto che tale obbligo avrebbe inciso sulla scelta degli utenti di utilizzare o meno i loro mezzi.

 

L’apparente facilità di utilizzo e gestione del mezzo ha portato molte persone a considerarli un sostituto a tutti gli effetti di un velocipede, quando in realtà sono due veicoli totalmente differenti. Basti pensare alla grandezza delle ruote e alla propulsione elettrica del motore, che facilmente si trova in commercio di potenza superiore ai limiti di legge.

 

monopattini elettrici

 

Infine cominciano a scoprirsi le zone d’ombra che caratterizzano alcuni contratti tra gli utenti e le società di sharing delle grandi città: Business Insider Italia ha trovato decine di clausole nascoste che rischiano di lasciare, in caso di sinistro, l’utilizzatore in braghe di tela. Il sito d’informazione ha indagato sul caso di due persone, a Milano, che hanno avuto un sinistro col monopattino: viaggiavano sullo stesso mezzo, cosa vietatissima, senza casco e pettorina. Oltre ad essersi presi una multa per l’infrazione del Cds, i due ragazzi come eventuali terzi soggetti a cui hanno arrecato danno, rischiano di vedersi rifiutare il risarcimento dei danni da parte della compagnia che  garantisce la società di sharing dei monopattini. Entrambi infatti non rispettavano i criteri di obbligatorietà di casco e pettorina che si trovano tra le clausole del contratto di utilizzo dei mezzi.

 

Un ulteriore problema che si aggiunge alla spericolatezza dei conducenti è quindi la trasparenza delle condizioni di uso di questi nuovi servizi di sharing di micromobilità. Solo una società, tra le operanti a Milano, dichiara in maniera chiara i termini riguardanti il contratto assicurativo. Si corre quindi il rischio di noleggiare e utilizzare un monopattino convinti di avere le tutele assicurative fornite dalla società di sharing e pagate nel canone di noleggio, salvo poi scoprire amaramente che così non è a causa di alcune clausole di esclusione della garanzia. Siamo convinti che torneremo a parlare del tema e di come la giurisprudenza intenderà tali previsioni contrattuali.

 

Un altro esempio, sempre del milanese, è società di sharing Helbiz, che addirittura dichiara che “non garantisce la funzionalità di alcun veicolo, alcun servizio Helbiz o che qualsiasi veicolo o qualsiasi cosa relativa al tuo utilizzo di un veicolo sarà in buona riparazione o priva di errori o esente da ritardi, difetti, omissioni, interruzioni o imprecisioni”

 

Chi è responsabile quindi se un freno non funziona e il conducente investe un pedone a causa del malfunzionamento?

 

Sembra quasi che i monopattini elettrici, e le aziende di sharing che stanno sbarcando in tutte le grandi città, siano arrivate troppo velocemente, che la regolamentazione attuale sia già inadeguata e che la fase sperimentale del 2019 non siano servite per studiare un piano di distribuzione adatto.

 

Sono segni di un meccanismo che è in moto ma a cui mancano dei pezzi, sia dal punto di vista del conducente, della conoscenza del mezzo e delle dinamiche di guida, sia dal punto di vista legale e di tutela dell’utente.

 

Continueremo ad analizzare il fenomeno anche nel prossimo articolo, per vedere i numeri e la gravità dei sinistri che hanno coinvolto i monopattini elettrici nell’arco del 2020.