- De iure condito
La duplice dimensione della sofferenza umana e la sua risarcibilità
La natura unitaria del danno non patrimoniale “sta a significare che non v’è alcuna diversità nell’accertamento e nella liquidazione del danno causato dalla lesione di un diritto costituzionalmente protetto, sia esso costituito dalla lesione alla reputazione, alla libertà religiosa o sessuale, piuttosto che a quella al rapporto parentale. Natura onnicomprensiva sta invece a significare che, nella liquidazione di qualsiasi pregiudizio non patrimoniale, il giudice di merito deve tener conto di tutte le conseguenze che sono derivate dall’evento di danno, nessuna esclusa, con il concorrente limite di evitare duplicazioni risarcitorie, attribuendo nomi diversi a pregiudizi identici..”
Con questa puntuale dissertazione il giudice, Dott. Giacomo Travaglino, relatore della pronuncia nr 7766/2016 della III Sezione Civile della Corte di Cassazione, ribadisce l’esistenza e la risarcibilità (anche oltre i parametri dettati dalle tabelle del Tribunale di Milano) del danno morale, ontologicamente diverso rispetto al danno biologico, allorché allegato e provato.
Rigetta così il ricorso per Cassazione della compagnia di assicurazione HDI contro la sentenza della corte di Appello di Bologna (peraltro dello stesso segno di quella del giudice di prime cure) che con valide e argomentate motivazioni accordavano un risarcimento che si discostava dai parametri indicati dalle Tabelle del Tribunale di Milano stante la particolarità, gravità ed eccezionalità del caso specifico.
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