• La strada non è una pista

In Italia, ogni 4,7 minuti viene multato un guidatore senza cinture di sicurezza

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La Cecoslovacchia, nel 1969, fu la prima nazione al mondo a rendere obbligatorie le cinture di sicurezza, quel dispositivo di sicurezza (appunto) passivo ancorato all’interno del veicolo che, in caso di urto, trattiene il corpo degli occupanti legato al sedile, evitandone l’impatto contro le strutture interne e la proiezione fuori dall’abitacolo.

L’articolo 72, comma 2 del Codice della Strada, e la Circolare D.G. n. 76/77 del 9 dicembre 1977  rese obbligatori gli attacchi delle cinture di sicurezza in Italia a partire dal 15 giugno 1976, mentre le stesse divennero definitivamente obbligatorie nel 1988 tramite la legge 111 (obbligo che comprese i veicoli immatricolati dal 1.1.1978), introducendo anche l’obbligo d’uso per i posti anteriori. Dal 14 aprile 2006 chiunque deve indossare le cinture di sicurezza.

Rappresentano uno dei dispositivi più importanti nel campo della sicurezza automobilistica (si stima abbiano salvato la vita del 27 per cento delle persone coinvolte in incidenti gravi) eppure, a distanza di 31 anni dall’obbligatorietà del loro utilizzo ogni 4,7 minuti in Italia un guidatore viene multato perché non le indossa. Nei primi nove mesi del 2019 sono stati 82840 i multati, il 10% in più rispetto ai trasgressori “pizzicati” nello stesso periodo del 2018.

Un infrazione che risulta al secondo posto del podio, dietro all’eccesso di velocità che conta 525.497 trasgressori (ben oltre il 30% dello stesso periodo dello scorso anno) che però può essere comminata grazie all’ausilio di misuratori elettronici.

Uno ogni tre ore sono invece i centauri che circolano senza casco. Anche loro cresciuti del 30% rispetto al 2018.

Gli incidenti stradali sono la prima causa di morte (più di droga, alcol e tumori) per i giovani in età compresa tra i 5 e i 29 anni. Eppure l’utilizzo dei presidi di sicurezza pare non essere di moda!