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Dematerializzazione… all’italiana
Lo scorso 19 ottobre entrava in vigore la cessazione dell’obbligo di esposizione del contrassegno assicurativo per i veicoli a motore. L’iniziativa annoverava tra le finalità di quella di ridurre finalmente il numero di veicoli in circolazione senza assicurazioni, consentendo il nuovo sistema, di poter verificare la copertura attraverso strumentazioni e varchi elettronici.
Come spesso accade nel bel paese chi scrive le leggi non ha dimestichezza con la realtà. E accade quindi che a distanza di 8 mesi dall’entrata in vigore della nuova norma, tra il disorientamento delle forze di polizia, che dovrebbero utilizzare i nuovi strumenti nell’esercizio delle loro funzioni di controllo, l’IVASS, l’istituto di vigilanza sulle assicurazioni private, ha dovuto emettere una circolare per chiarire la migliore operatività al fine di scongiurare sequestri di vetture, regolarmente assicurate, ma non per le banche dati.
La circolare è la numero 111471 del 1 giugno 2016 alla quale ha fatto eco l’organo di coordinamento dei servizi di polizia stradale che ha dovuto diramare alcune istruzioni operative.
In buona sostanza, non abbiamo più l’obbligo di esporre il contrassegno sul parabrezza, ma conviene portare sempre con se certificato di assicurazione e anche la quietanza di pagamento, per scongiurare il pericolo di ritrovarsi a piedi, pur avendo pagato la nostra polizza. Carta canta. Il cartaceo rimarrà pertanto prevalente sui dati del ced. Il suggerimento è quindi quello di non provvedere al sequestro del veicolo per mancata copertura assicurativa dopo aver fatto solo una verifica on line.
Insomma per il momento il tentativo di dematerializzazione appare fallito.