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Il cane non è una cosa

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Un furgone investe uno dei nostri cari amici a 4 zampe e il suo “padrone” per ottenere il ristoro dei danni deve ricorrere in tribunale. I giudici della dodicesima sezione del Tribunale di Roma con la sentenza numero 19747 del 2016, condannano l’investitore al risarcimento della somma di € 5.800,00 circa. Il convenuto sosteneva che stante il pagamento di € 400,00 da parte del padrone del cane per l’acquisto dello stesso, tanto doveva essere il limite risarcitorio. Ma i giudici capitolini fanno sapere che non il cane non è una cosa! E quindi oltre al risarcimento delle spese sostenute per le cure bisogna apprezzare e liquidare in via equitativa l’ansia del padrone durante il periodo delle cure dell’animale peraltro avvenute presso un centro che dista circa 45 chilometri dalla sua abitazione.

Sul risarcimento delle spese di cura dell’animale investito da un veicolo a motore si era già pronunciata favorevolmente più volte la Corte di Cassazione. Ma condividiamo anche il punto di vista dei giudici romani.